Se siete appassionati di cinema saprete già che il segreto per la buona riuscita di un film è l’inquadratura. Essa può essere condotta dalle più svariate angolature, ferma o in movimento, e altro non è che il modo in cui il regista vede quello che vuole rappresentare e comunicare con la videocamera.
Le inquadrature cinematografiche possono essere sintetizzate in modo semplice e veloce parlando di:
- campo di ripresa, ovvero la parte di spazio che viene inquadrata e ripresa;
- piano di ripresa, che riguarda invece le figure umane.
Molto spesso capita che campi e piani si fondano fino a sovrapporsi, ma un occhio esperto sarà sempre in grado di distinguerli in modo netto e preciso. Questi due elementi si combinano fra loro in modo da generare ben dodici punti di vista. Vediamo quali sono.
Tipologie di campi di ripresa
- Campo lunghissimo. La quantità di spazio all’interno dell’inquadratura è enorme, pensate, ad esempio, a un classico film western. Si utilizza per valorizzare al meglio l’ambiente e per dare una visione più completa di quella che è la scena ripresa.
- Campo lungo. E’ praticamente uguale al campo lunghissimo, ma la porzione di spazio ripresa è leggermente inferiore. Qui la figura umana inizia ad avere una certa importanza ed è più visibile.
- Campo totale. Si tratta di una ripresa molto simile a quella del campo lungo ma la sua peculiarità è quella di evidenziare e sottolineare il carattere dell’ambiente stesso, sia che si tratti di esterni che di interni.
- Campo semi totale. Lo spazio inquadrato è molto ristretto, ci si focalizza su una porzione di esso.
- campo medio o mezzo campo lungo. La figura umana diventa quasi protagonista della scena, si riconoscono perfettamente i personaggi presenti anche se lo spazio conserva ancora la sua importanza predominante su di essi.
Tipologie di piani
Quando la vera e propria protagonista della scena è la figura umana, si inizia a parlare di piani. A tal proposito possiamo distinguere i piani in:
- Figura intera. Si riprende la figura per intero.
- Piano americano. La figura viene ripresa fino alle ginocchia. Era l’inquadratura preferita dai registi che operavano qualche decennio fa ad Hollywood.
- Piano medio o mezza figura. Qui l’attenzione è completamente focalizzata sulla figura umana, a discapito dello spazio in cui sono immersi che non ha alcuna importanza. I personaggi sono tagliati all’altezza della vita e si utilizza ampiamente durante i dialoghi, per enfatizzare il rapporto o la relazione che intercorre fra di essi
- Primo piano. In questo caso l’inquadratura riprende la testa e le spalle del personaggio in questione. Si utilizza per comunicare a chi guarda i tratti psicologici del personaggio e può essere utile se si vuole dare un senso più drammatico e intenso alla scena.
- Primissimo piano. Qui anche le spalle vengono meno. Si inquadra solo il viso del personaggio, sul quale si focalizza per intero l’attenzione e attraverso la quale si cerca di sottolinearne la psicologia, quasi a far capire quello che esso sta pensando o sta per fare.
- Dettaglio. L’obiettivo della videocamera si concentra su un dettaglio, che può essere di qualsiasi tipo.
- Soggettiva. Questa inquadratura è molto particolare e cerca di riprodurre quello che è il punto di vista dell’attore sul set. La camera si pone alla stessa altezza del suo sguardo e ciò fa in modo che chi guarda il film si senta partecipe della scena.